"Allevato all'aperto" è diventata quasi una moda. Un'etichetta rassicurante che suona bene, che evoca immagini di prati verdi e animali felici.
Ma cosa significa davvero?
Perché mettere due ore al giorno gli animali su un prato, per poi riportarli in stalla dove passano il 90% del tempo, tecnicamente è "accesso all'aperto". Ma non è pascolo vero.
Cosa NON è il pascolo (ma viene spacciato per tale)
Prima di spiegare cosa sia il pascolo vero, vediamo cosa non è:
"Accesso all'Aperto" (Marketing)
- 2-3 ore al giorno su un prato
- Resto del tempo in stalla
- Alimentazione principale: mangimi
- Spazio ridotto anche all'esterno
- Nessuna rotazione del pascolo
- Razze da ingrasso veloce
Pascolo Estensivo Vero
- 365 giorni all'anno fuori (quando il clima lo permette)
- Ettari di spazio per capo
- Alimentazione: 100% erba e foraggi
- Rotazione sistematica degli appezzamenti
- Gestione rigenerativa del suolo
- Razze vocate al pascolo
La differenza non è di grado. È di natura.
Il pascolo rotazionale: tecnica, non improvvisazione
Un allevamento serio al pascolo non è "lasciare gli animali su un campo". È un sistema gestionale complesso che richiede competenze agronomiche, veterinarie e zootecniche.
Appezzamenti frazionati
Il terreno viene diviso in lotti multipli. Gli animali vengono fatti ruotare tra questi lotti seguendo un calendario preciso:
Come Funziona la Rotazione
- Fase 1 (3-5 giorni): Il branco pascola in un appezzamento, consumando l'erba al punto ottimale (non troppo bassa, non troppo matura)
- Fase 2 (20-40 giorni): L'appezzamento viene lasciato a riposo. L'erba ricresce, il suolo recupera, le deiezioni si decompongono e fertilizzano naturalmente
- Fase 3: Ripeti. Il branco torna quando l'erba ha raggiunto nuovamente l'altezza ottimale
Questo sistema:
- Mantiene il pascolo vitale: evita il sovrapascolo e la degradazione del suolo
- Massimizza la qualità dell'erba: gli animali mangiano sempre erba al punto ottimale nutrizionale
- Fertilizza naturalmente: le deiezioni si distribuiscono uniformemente e si integrano nel suolo
- Stimola la biodiversità: il pascolo gestito bene ospita più specie vegetali e animali
Strutture essenziali
Il pascolo estensivo non significa abbandono. Richiede infrastrutture pensate:
Ripari e Ombra
Gli animali devono potersi riparare da pioggia intensa, vento, sole estivo. Tettoie aperte, siepi, zone boschive integrate nel pascolo.
Acqua Pulita
Abbeveratoi automatici o fontane naturali. L'acqua deve essere sempre disponibile, pulita, accessibile in ogni appezzamento.
Recinzioni Intelligenti
Non per intrappolare, ma per gestire il pascolo. Recinzioni mobili che permettono di modulare gli appezzamenti in base alle esigenze stagionali.
Percorsi e Accessi
Sentieri che permettono agli animali di muoversi tra appezzamenti senza danneggiare il pascolo, senza creare zone fangose o erose.
Queste strutture sono pensate per il benessere animale, non per la comodità del trattore o per ridurre i costi di manodopera.
Le razze contano (più di quanto pensi)
Non tutte le razze bovine sono adatte al pascolo estensivo. Alcune sono state selezionate per decenni per crescere velocemente in stalla con mangimi concentrati. Altre sono vocate al pascolo per genetica e storia.
Razze da pascolo vs. razze da ingrasso
Le razze vocate al pascolo hanno caratteristiche specifiche:
- Rusticità: resistono a variazioni climatiche, vivono bene all'aperto tutto l'anno
- Efficienza digestiva: convertono erba e foraggi in carne di qualità senza bisogno di cereali
- Marezzatura naturale: sviluppano grasso intramuscolare mangiando solo erba
- Crescita graduale: raggiungono la maturità in 36+ mesi, non in 18
- Istinto gregario: vivono bene in branco, si muovono naturalmente sul territorio
Perché Bekaro Usa Aberdeen Angus
L'Aberdeen Angus è una razza sviluppata in Scozia per pascolare in condizioni difficili. È geneticamente programmata per:
- Vivere all'aperto 365 giorni l'anno
- Convertire erba in carne con marezzatura naturale
- Raggiungere la maturità lentamente (36-48 mesi)
- Produrre carne con sapore intenso e texture superiore
Non è una scelta casuale. È una scelta tecnica per un sistema di allevamento specifico.
Cosa cambia nel piatto
Un bovino allevato davvero al pascolo produce carne con caratteristiche che si sentono, si vedono, si assaggiano:
Marezzatura naturale
Il grasso intramuscolare (marezzatura) si sviluppa gradualmente, durante i 36+ mesi di vita al pascolo. Non è grasso artificialmente indotto con cereali ad alta energia. È grasso funzionale che conferisce sapore, tenerezza, succulenza.
Fibre muscolari sviluppate
Un animale che si muove liberamente su ettari di pascolo sviluppa fibre muscolari diverse rispetto a uno confinato in box. La carne ha texture superiore, più consistenza, migliore "masticabilità" (in senso positivo).
Sapore che racconta il territorio
La carne di pascolo ha un sapore più intenso, più "bovino". Racconta l'erba, il territorio, la stagionalità. Non è carne neutra che sa solo di condimento. È carne con carattere.
Il Punto Chiave
Allevare al pascolo estensivo non è una scelta romantica o nostalgica. È una scelta tecnica che richiede:
- Più spazio (ettari, non metri quadri)
- Più tempo (36+ mesi, non 18)
- Più competenze (rotazione, razze, gestione del suolo)
- Più costi (tutto quanto sopra costa)
In cambio ottieni carne che semplicemente non puoi replicare con un sistema intensivo. Non è migliore "un po'". È un prodotto diverso.
Conclusione: la differenza che si vede (e si mangia)
Quando vedi "allevato all'aperto" su un'etichetta, fai una domanda in più: quanto tempo passa davvero fuori? Cosa mangia? Come viene gestito il pascolo?
Perché tra "due ore al giorno su un prato" e "365 giorni all'anno su pascolo rotazionale" c'è la stessa differenza che c'è tra una foto di un tramonto e starci dentro davvero.
Bekaro ha scelto la seconda. Non perché sia più facile o più redditizia. Ma perché è l'unico modo per ottenere carne che rispetta l'animale, la terra, e chi la mangia.